Gli esseri umani muoiono, ma non sono fatti per morire. Sono creati per incominciare..
Hannah Arendt
Viozene (A Viüsèna o Viuzena in ormeasco e brigasco), è una frazione del Comune di Ormea, nell’Alta Valle Tanaro, Alpi Liguri, tra le provincie di Cuneo e Imperia. È dominata dal massiccio del Monte Mongioie, e fa parte della cosiddetta Terra Brigasca, dove si parla un particolare dialetto ligure. Il percorso è una facile traversata che, dopo una salita iniziale, taglia a mezzacosta tra boschi e pascoli. Magnifica la zona che attraversa la località delle Vene. Il percorso è dotato di pannelli informativi che ne illustrano i principali aspetti naturalistici.
NOTE TECNICHE
DISLIVELLO: circa 500 m
DIFFICOLTÀ: E
TEMPO DI SALITA: 3,00 ore (con la visita breve alla grotta delle vene)
PERIODO CONSIGLIATO: autunno, inverno, estate
CARATTERISTICHE: In questa zona le morfologie carsiche superficiali costituiscono sicuramente uno dei più belli esempi di carso alpino d’alta quota, non solo nel panorama nazionale, con estese zone a lapiaz e altre microforme, pozzi assorbenti e doline di crollo particolarmente concentrati nei banchi calcari giuresi. Sia le forme carsiche che quelle glaciali (dossi montonati e conche in esarazione), sono inserite in un contesto paesaggistico singolare particolarmente evidenziato dalla quasi assenza della copertura vegetale.
TOPONIMO: Viozene: il suo nome deriva da Via de Zéna (cioà “via di Genova”), a testimonianza dell’antico commercio fra Liguria e Piemonte, soprattutto di olio d’oliva e di sale, effettuato sui sentieri di montagna per mezzo di muli.
PERCORSO
Il sentiero inizia sul retro della chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo, a Viozene.
Si segue il “Sentiero Natura” entrando in un bosco di latifoglie miste.


Si sale abbastanza ripidi, con qualche svolta, e si giunge alla “Cabana de Cian Ruscet” (la capanna di Pian Rossetto).
In breve si giunge all’ ampio pianoro pascolivo di Pian Rosso.

Si volge a sinistra (ovest) per raggiungere in pochi minuti il Rifugio Mongioie (1550 m, 0:50 – 1:00 ore da Viozene).

Proseguiamo dall’altra lato del rifugio, prendendo la strada sterrata che si allunga verso ovest. Si trascura la pista sterrata in direzione delle Rocce del Manco per imboccare a destra il sentiero per Carnino inferiore.
Il sentierino procede a lungo in falsopiano, ora tra arbusti ora nel bosco di pini e latifoglie.

Ignorata una diramazione che scende a sinistra verso Viozene, (che prenderemo al ritorno) si incomincia una ripida salita con qualche tornante.
Presto si arriva ad un bivio: a destra si stacca il sentiero per la Grotta delle Vene, diritti si raggiunge il ponte sospeso sul rio che scorre nel Vallone delle Fuse. Il ponte non è attraversabile d’inverno ma c’è un sentierino poco sopra.

Decidiamo prima di andare a visitare una piccola parte della Grotta delle Vene.

La grotta può essere divisa in cinque parti, di cui le prime due visitabili con la normale attrezzatura da speleologia, mentre per le altre occorre l’attrezzatura da speleo-sub in quanto si devono superare tre sifoni. L’ingresso è caratterizzato da una volta alta 12 metri; si sale sulla sinistra e si raggiunge una saletta con clasti.
Dopo una cinquantina di metri, con brusche retrovisioni sullo stesso fascio di fratture, al primo bivio si distinguono due diramazioni con alcuni collegamenti intermedi. Si prende così la diramazione di sinistra che procedendo si allarga in ampi condotti di tipo freatico totalmente fossili.
http://www.openspeleo.org/openspeleo/caves-view-33.html

Dopo la visita alle grotte si ritorna verso il ponte tibetano, ma si prende il sentiero soprastante.
Con un ultimo traverso in leggera salita si raggiunge la Colla di Carnino (1594 m) .


Sul versante opposto del valico incomincia una lenta discesa, l’ampio sentiero si trasforma in pista sterrata fino ad arrivare nei pressi dei ruderi di Tetti delle Donzelle (1516 m).
