«La vita non si misura dal numero di respiri che facciamo, ma da quante volte tratteniamo il fiato.»
Maya Angelou (1928- 2014)
Splendida dorsale che ha inizio dal Monte La Piastra (1835 m), prosegue verso la Cima Cialancia (1885 m) e termina sul Colle dell’Arpione (1735 m). E’ possibile compiere un anello scendendo dal colle dell’Arpione verso Desertetto.
NOTE TECNICHE
DISLIVELLO: circa 1000 m
DIFFICOLTÀ: E
TEMPO DI SALITA: 3,00 ore fino alla cima Cialancia
PERIODO CONSIGLIATO: autunno, inverno
CARATTERISTICHE: Sul versante sinistro orografico del vallone sono ancora evidenti le colate di materiale detritico di scarto della cava. Lungo il sentiero, con un pizzico di attenzione, è facile riconoscere alcuni blocchi di marmo sempre provenienti dalla cava soprastante. La conca, situata su terreno di natura calcarea, per effetto di fenomeni erosivi dell’acqua, presenta alcuni caratteristici sprofondamenti del terreno, alcuni abbastanza ampi. Queste tipiche emergenze carsiche, originatesi per dissoluzione o crollo, convogliano acqua nel sottosuolo e prendono il nome di doline o inghiottitoi.
TOPONIMO: Desertetto è un toponimo frequente nelle Alpi. Desertes deriverebbe dalla voce latina “de-serere”(serere=coltivare) con il significato di luogo non coltivato (almeno in senso tradizionale) spopolato solitario.
Questa ipotesi etimologica è concorde con le palesi difficoltà d’approvvigionamento idrico sia nella stagione estiva che in quella invernale.
Una seconda ipotesi, legherebbe Desertetto alla presenza di Benedettini che lo avrebbero scelto come luogo di “desertas” (deserto) atto al raccoglimento e alla preghiera. Un’altra ipotesi collega il toponimo alla presenza di disertori che ivi si sarebbero rifugiati. In effetti il luogo è ricco di cavità naturali e manufatte e non essendo Desertetto troppo frequentato, può aver ospitato nei tempi passati disertori, fuggiaschi. Sono ancora ricordati i partigiani ed alcuni ebrei che durante l’occupazione nazista vennero nascosti nelle cavedi marmo dell’alto vallone sotto la Costa dell’Arp. I termini Arp e Creus potrebbero derivare dall’antico ligure.
Con Arp si indicava il monte, l’alpe;”Arpioun” (arpione) significherebbe piccola alpe in quanto il suffisso “on” “oun” nella lingua provenzale alpina serve per fare il diminutivo (es. chatoun-gattino; pichoun-bimbetto; valoun-valletta. In quest’ultimo caso Valoun è stato italianizzato in “Vallone” creando un paradosso perché in genere “vallone” indica una valle laterale quindi più piccola di quella che viene chiamata “valle”.
PERCORSO
Il sentiero inizia vicino al parcheggio delle auto, tornando indietro per qualche metro; è indicato come EE perché non ben segnalato, ma non presenta difficoltà di altro tipo.

Infatti il sentiero dopo poco tende a perdersi, conviene cercare di salire puntando verso la dorsale.

All’altezza di una roccia sporgente si trovano anche delle coppelle, incisioni rupestri dell’età del bronzo.

Si prosegue verso l’alto un lunghissimo costone erboso, fino ad arrivare ad alcune rocce ben visibili in cresta.


Infine si raggiunge il bellissimo spartiacque che divide la Valle Stura dalla Valle Gesso.

Avvicinandomi al Monte Matto, verso sinistra, trovo un’altra incisione a forma di croce.

Ora si prosegue facilmente sulla destra verso il Monte La Piastra (1835 m).
Nonostante antenne e ripetitori, il panorama è grandioso, dal Monte Saben (1670 m), fino al Monte Matto (3097 m).

Si torna indietro per andare verso ovest e percorrere tutta la Costa dell’Arp, lunga all’incirca 6 km.


Infine si giunge sulla Cima Cialancia, dove è presente un cippo di pietre.

Proseguendo si arriva al Colle dell’Arpione dove si ritorna in discesa verso Desertetto, il sentiero è leggermente innevato e ghiacciato, ma il tramonto verso l’auto, fa sì che il percorso ad anello risulti altamente suggestivo.
