Categoria: Bivacchi e Rifugi
Il termine “bivacco” si fa derivare dal francese bivouac e probabilmente dal tedesco bei e Wache (“di guardia”, “in allerta”).
Nella parte italiana delle Alpi, con bivacco, si identifica una struttura in legno, metallo o cemento, di piccole dimensioni (fino ad una decina di posti letto) ed incustodita, posta in luoghi particolarmente isolati per offrire un ricovero di fortuna.
Chiamato anche “baito”, si differenzia dal rifugio alpino per le dimensioni molto più piccole, perché non offre servizi organizzati (pernottamento, pasto, riscaldamento) e per il fatto di essere sempre aperto. Solitamente i bivacchi sono forniti solo di brandine, a volte di stufa e di un tavolo. È buon uso fra gli alpinisti che usufruiscono di questi servizi di fortuna di lasciare legna e generi alimentari di lunga durata per chi ne usufruirà dopo di loro.
Un rifugio alpino (oppure rifugio di montagna) è un edificio collocato in zone montane, di solito lontano dai centri abitati, destinato a ospitare gli alpinisti e gli escursionisti che frequentano la montagna. Dispone di solito di servizi alberghieri di base: bagni, cucina, stanze da letto e sale da pranzo per vitto e alloggio. La persona responsabile che se ne occupa, il gestore che ha la custodia si definisce rifugista.