“Each wave of the sea has a different light, just as the beauty of who we love.”
Virginia Woolf ( Londra, 25 gennaio 1882 – Rodmell, 28 marzo 1941)
Il monte Saccarello (munte Sciacarée in brigasco, munte Sciacaré in ligure mont Saccarel in francese) è una montagna delle Alpi liguri. Assieme al monte Frontè, alla cima Missun e al monte Bertrand, forma il nodo del monte Saccarello.
NOTE TECNICHE
DISLIVELLO: circa 1000
DIFFICOLTA’: EE
TEMPO DI SALITA: circa 3 ore
PERIODO CONSIGLIATO: autunno, estate, tarda primavera, inverno. Da prestare attenzione in caso di ghiaccio, chiedere prima a Monesi.
CARATTERISTICHE : il massiccio del Saccarello è costituito in prevalenza da substrati calcarei flyschoidi (Unità di Sanremo), che si caratterizza per le morfologie relativamente poco aspre.
TOPONIMO: secondo Oròfilo, autore di fine ‘800 che scrisse la guida Da Genova a Nizza per le vette delle Alpi, il toponimo “saccarello” deriva dal latino saccharum, cioè “zucchero”. Esso si riferirebbe alla forma a pan di zucchero della montagna.
PERCORSO
1° GIORNO
Monesi di Triora, Monte Saccarello, Rifugio Sanremo.
Dal piazzale sotto la stazione della seggiovia (“la vecchia Partenza”) si segue fedelmente la rotabile ex-militare Monesi–Colle di Tenda che sale dapprima a tornanti sotto la seggiovia e poi piega decisamente ad occidente verso il vallone del Rio Bavera.
Poco dopo si incrocia lo skilift Plateau e dopo ancora ci si immette su una seconda pista, meno ripida della precedente. Seguiamo la strada che sale al Passo Tanarello. Non arriveremo fino al Passo Tanarello, taglieremo in diagonale per giungere prima sulla cima del Saccarello.
in lontananza appare la grande statua del Redentore
Prima di dirigerci verso la grossa statua del Redentore, ci dirigiamo verso la vetta del Saccarello.
l’ultimo pezzo di cresta prima della cima del Saccarello
Il panorama è mozzafiato. Attendiamo il tramonto per goderci tutte le sue sfumature sulla neve.
la cresta verso il Redentore
la cresta verso il Passo del Tanarello
Non vorremmo più andare via ma il vento è forte e approfittando dell’ultima luce ci dirigiamo verso il Redentore (2164 m).
Proseguiamo verso il Rifugio Sanremo (2054). Per raggiungerlo si cammina sempre sul fianco nord del crinale appena sotto il filo di cresta, facendo ben attenzione alle cornici e soprattutto ai buchi nella neve che talvolta si vengono a creare in corrispondenza di rocce o di arbusti sepolti.
Per entrare nel rifugio non gestito Sanremo occorre ritirare le chiavi presso l’Albergo Ristorante Bar “La vecchia partenza” di Monesi. Tel e fax 0183.32.65.74 – cell. 346.12.26.56
Accendiamo subito la stufa per scaldarci. Il rifugio è molto bello. E’ molto spazioso e confortevole, è presente anche un bagno che non useremo. Manca infatti l’acqua ma c’è neve in abbondanza.
cucina del rifugio Sanremo
dormitorio
Usciamo per fare qualche scatto alle stelle.
2° GIORNO
Rifugio Sanremo, Monte Cimonasso, Monesi di Triora.
La mattina ci svegliamo inondanti da un forte sole. Verso il Passo della Garlenda scorgiamo due cinghiali che salgono velocemente sul Monte Cimonasso.
cinghiali verso il monte Cimonasso
rifugio Sanremo
E poi appare in tutta la sua bellezza il mare che luccica insieme alla neve.
sguardo verso il Redentore e la cima Saccarello
Percorriamo la cresta verso il Passo della Garlenda per arrivare sul Monte Cimonasso.
zoom sul monte Frontè
Ci godiamo ancora per qualche tempo questo luogo incanto per poi scendere verso Monesi.
Scendiamo verso Margheria Soprana di Tanarello, Margheria Sottana, per poi ricongiungerci con la strada che avevamo percorso in salita.