VALLE ELLERO Cima delle Saline (2612 m)

La velocità è semplicemente un rito che ci inizia al vuoto:
Jean Baudrillard

La Cima delle Saline è una bellissima montagna delle Alpi Liguri che sorge sullo spartiacque fra le valli Tanaro ed Ellero. Situata in un spettacolare circo carsico-glaciale formato da un caotico susseguirsi di pozzi, doline, crepacci e dossi rocciosi.Da qui passavano i percorsi che univano il Piemonte alla Liguria, e sui quali passava il commercio del sale (i toponimi “Saline” derivano proprio da questo). È possibile che vi fosse addirittura una via romana che univa Albenga ad Acqui Terme passando per la valle; alcuni tratti di selciato riscontrabili sulle mulattiere dell’alta valle potrebbero infatti risalire al periodo romano.

NOTE TECNICHE

DISLIVELLO: circa 1000 m

DIFFICOLTA’: E

TEMPO DI SALITA: 3 ore

PERIODO CONSIGLIATO: estate, primavera, autunno

CARATTERISTICHE: Il paesaggio dell’alta Valle Ellero presenta tratti estremamente caratteristici. Il terreno, di natura carsica, spesso completamente privo di vegetazione arborea e modellato da innumerevoli doline, si presenta con un susseguirsi di arrotondati pendii prativi circondati, alla testata delle valli, da imponenti massicci calcarei. I ‘campi solcati, chiamati anche ‘campi carreggiati’ per le forme che ricordano vagamente i solchi lasciati dalle ruote dei carri nel fango) sono fenomeni erosivi tipici delle rocce calcaree, dovuti al ruscellamento delle acque meteoriche.

Si possono osservare rocce di epoche molto diverse, dai porfiroidi del Permiano costituiti da lava solidificatasi circa 250 milioni di anni fa quando le montagne non esistevano ancora, ai bianchi depositi calcarei del giurassico, formati da quantità enormi di microscopiche conchiglie mentre il mare ricopriva gran parte dell’Italia. Non mancano interessanti e curiosi fenomeni geologici quali ad esempio le numerosissime grotte, le “rocce montonate”, le “morene” e le “marmitte dei giganti” .

TOPONIMO: Una tradizione vuole la valle Ellero, abitata dalla prima metà del II secolo a. C. dalla tribù ligure degli Elei (o Ellei). Il torrente eponimo della valle di Roccaforte suona Ele in piemontese e El in kje. Risulta citato Ellero nei documenti d’archivio già a partire dal 1224. La sua etimologia è però non chiara. Il Nallino, propone di derivare Ellero dal nome dell’antico (e fantomatico) popolo ligure degli Elei (o Ellei), che si sarebbe costituito “in un sol corpo” verso l’anno 470 a.C. e che si stanziò, a partire-sembra- dalla prima metà del secondo secolo a.C., nei pressi di quella che oggi è Roccaforte Mondovì. Altra ipotesi, forse la più plausibile, la radice preromana El, che ha prodotto Hellex > Lys, potrebbe essere alla base di Ellero. (ebraico אל, greco Ἐλ, “dio”)

PERCORSO 

Da Roccaforte Mondovì si devia verso Prea, quindi per Rastello seguendo infine la strada che si inoltra per svariati chilometri nel vallone e che termina a pian Marchisio.

Da Pian Marchisio si prosegue in direzione del rifugio Mondovì (1761 m).

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centrale il rifugio Mondovi (1761 m)

 

Poi seguono le indicazione per il Passo delle Saline che poco sopra ci introduce su un ampio pianoro. Ci troviamo subito dopo in presenza di due inghiottitoi (siamo in una zona carsica).

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inghiottitoio dei Tumpi

Dopo seguiamo dei paletti in legno che ci conducono verso il Gias Gruppetti inferiore. 

Raggiunto il Passo delle Saline ci troviamo  al confine con la Val Tanaro.

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Passo delle Saline (2177 m)
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Diego verso l’ultimo tratto che ci separa dalla cima

Il sentiero prosegue sulla destra e diventa ripidissimo, fino ad arrivare ad un facile canalino che ci permette di raggiungere in breve la cima.

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Cima delle Saline (2612 m)
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al centro il Marguareis (2651 m)
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sguardo verso il rifugio Mondovì
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“campi solcati”

I CAMPI SOLCATI

In tutta la zona, senza grosso sforzo, è possibile rintracciare gli evidenti segni dei fenomeni carsici. Tra questi, riconoscibili anche dagli occhi meno esperti, vi sono i ‘campi solcati’ o ‘campi carreggiati’ 6, così comunemente chiamati perché ricordano vagamente i segni lasciati dalle ruote dei carri nel terreno fangoso. Si tratta di rocce calcaree letteralmente corrose dalle acque meteoriche di ruscellamento, che i geologi chiamano ‘karren’. Le acque meteoriche, leggermente acide, sono in grado di attivare quei processi chimici tipici del carsismo in grado di sciogliere particolari tipi di rocce, dando luogo, tra le molteplici altre, anche a queste spettacolari conformazioni.

[Marguareis per viaggiatori, pp.22-23]

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