“Tutto d’intorno è pace; chiuso in oblio profondo, indifferente il mondo, tace.“Ada Negri (Lodi, 3 febbraio 1870 – Milano, 11 gennaio 1945)
NOTE TECNICHE
DISLIVELLO: circa 800
DIFFICOLTA’: E
TEMPO DI SALITA: circa 2,30 ore
PERIODO CONSIGLIATO: estate, autunno, inverno, primavera
TOPONIMO: Il toponimo “Battagliola”, fa riferimento ad uno scontro armato che in questi luoghi ebbe luogo nel lontano 19 luglio 1744 tra soldati sabaudi e franco-spagnoli.
PERCORSO
Le punte della Battagliola e del Cavallo sono situate sullo spartiacque che divide la valle Varaita di Chianale da quella di Bellino, a est del monte Pietralunga (2731 m).
Inizialmente, con Irene, avevamo deciso di tentare la salita sul monte Pietralunga, poi per una serie di vicissitudini rimaniamo sulla bellissima cresta che va dalla Punta del Cavallo alla Punta della Battagliola e più avanti porterebbe al Passo del Ciat per la salita sul Pietralunga.
Partiamo dal parcheggio presso il campeggio di Pontechianale, vicino al lago.
Si segue brevemente la sterrata che costeggia la sponda sud del lago e poco oltre inizia (palina con indicazione “Battagliola”) un ripido e faticoso sentiero che si inerpica nel bosco risalendo fino al colle della Battagliola (2284 m).


Storia del Colle della Battagliola.
Dal colle, il tempo di uno spuntino e decidiamo di proseguire a destra verso il Passo del Ciat e la Punta della Battagliola. Proseguiamo su una vecchia strada militare inerbita in direzione di un diruto ricovero.

Mentre camminiamo scorgiamo due bellissimi esemplari di gipeto, forse intenti nella preparazione di un nido.

Il gipeto è l’avvoltoio di maggiori dimensioni tra quelli nidificanti in Europa. Come altri avvoltoi è un necrofago, cioè si nutre principalmente di carcasse di animali morti, ed ha una dieta estremamente specializzata, nutrendosi in particolare delle ossa e del midollo osseo. L’adulto può raggiungere una lunghezza di 110-115 cm (la sola coda, a forma di cuneo, misura 42–44 cm), con un’apertura alare di 266–282 cm e con un peso di 5–7 kg.
Nell’adulto il colore del piumaggio presenta un netto contrasto tra le parti ventrali e la testa, chiare, e le parti dorsali e le ali, scure. Le penne timoniere e le penne copritrici delle ali e del dorso, pur essendo di colore grigio scuro, sono dotate di un rachide biancastro che produce delle sfumature chiare.
Sul capo, costantemente bianco, spiccano i ciuffi di vibrisse nere che circondano l’occhio e scendono fin sotto il becco a formare una specie di “barba“. L’iride è gialla ed è circondata da un anello perioculare membranoso di colore rosso che diventa particolarmente evidente nei momenti di eccitazione. Una caratteristica particolare del piumaggio dell’adulto è il colore ruggine del petto e del ventre, che non è di origine biologica, ma assunto dall’ambiente esterno.
Dopo questo bellissimo spettacolo, riprendiamo il nostro cammino e arriviamo ad un bivio vicino a dei ruderi, decidiamo di proseguire dritte, ma si rivelerà il sentiero sbagliato.
Lo percorriamo per un lungo tratto e poi ci accorgiamo che, molto probabilmente, dovevamo salire per cresta lungo la punta della Battagliola, così ci indirizziamo verso quest’ultima.

Sulla punta della Battagliola (2401 m) sono presenti resti di fortificazioni, spettacolare veduta a da Punta Gastaldi al monte Reisasso.

Si è fatto un po’ tardi per salire sul monte Pietralunga e siamo già molto appagate dalla gita, così decidiamo di andare sulla punta del Cavallo che rimane sulla sinistra del Colle della Battagliola, continuando a percorrere questa bellissima cresta.

Tornate indietro al colle della Battagliola, seguendo lo spartiacque risaliamo l’ultimo tratto fino alla croce e Madonnina della punta del Cavallo (2290 m).

