“Il faut imaginer Sisyphe heureux”.
Albert Camus
Questo bellissimo giro ad anello è una variante rispetto ai classici giri proposti intorno al Gelàs. Normalmente lo si compie in tre giorni, noi lo abbiamo percorso in due giorni. Impegnativo ma molto appagante.
Si cammina intorno al Monte Gelàs (3143 m), imponente montagna dagli scorci suggestivi, posta sul confine italo-francese.
Il primo giorno abbiamo sconfinato in Francia attraverso il Colle di Finestra e raggiunto il rifugio Nizza (2650 m) attraverso il passo du Mont Colomb (2548 m). Nel secondo siamo ritornati in Italia attraverso il passo Pagarì (2819 m) ed abbiamo effettuato l’ascensione del monte Clapier (3045 m).
NOTE TECNICHE
1) PRIMO GIORNO: SAN GIACOMO ENTRACQUE (1250 m) – REFUGE DE NICE (2232 m): Colle di Finestra (2474 m), Refuge Madone de Fenestre (1903 m), Pas du Mont Colomb (2548 m), Refuge de Nice (2232 m)
DISLIVELLO: +1941 / -957
DIFFICOLTA’: EE
TEMPO DI SALITA: circa 10 ore
PERIODO CONSIGLIATO: estate
TOPONIMO: Monte Gelàs: il nome deriva dai ghiacciai presenti sul fianco settentrionale del monte.
Il toponimo del Pas du Mont Colomb pare derivare da un errore di trascrizione dal francese Col Long o dal provenzale Col Logn, con il significato di colle lontano.
PERCORSO
Da San Giacomo di Entracque (1226 m) si sale al Piano del Praiet (1812 m).
Trascurando la traccia a sinistra che sale al Rifugio Soria Ellena, proseguiamo sulla vecchia rotabile attraversando tutto il Piano del Praiet.

La salita riprende con ampi e comodi tornanti, lasciando a sinistra il bivio per la Pera de Fener e il Lago della Maura.
A quota 2310, si lascia a sinistra un’ulteriore diramazione che conduce ad una vecchia imposta di caccia e ci si porta in vista dello stretto intaglio del Colle di Finestra.

Dopo un ultimo lungo traverso, la mulattiera sale a destra in direzione della grossa Casermetta difensiva Colle di Finestra.

La casermetta è un grosso edificio in pietra e cemento, ancora discretamente conservato, costruita per ospitare il contingente a difesa del valico; disponeva di 16 vani (camera, cucina e latrina ufficiali, camere, cucina e latrine truppa, magazzini e depositi) ed era in grado di ospitare 50 uomini. Curiosa la frequentazione estiva della casermetta da parte di un branco di stambecchi: non è difficile imbattersi in esemplari affacciati alle finestre, intenti a leccare gli affioramenti di sali minerali sulle pareti interne o semplicemente sdraiati al sole sul tetto della struttura. Sopra la casermetta, proprio sul valico, è ben visibile il N.A.S. 66, piccola struttura in calcestruzzo per una mitragliatrice.
[Fortificazioni Valle Gesso, pp.96-98]
Dalla casermetta, in breve, si sale al Colle di Finestra (2474 m).

Il Colle di Finestra costituisce una diretta via di comunicazione tra la Valle Gesso e la Vallée de la Vésubie, conosciuto e frequentato fin dall’antichità ed attraversato – tra storia e leggenda – da santi, imperatori ed eserciti. Prima che i Duchi di Savoia disponessero di uno sbocco diretto al mare, il Colle di Finestra è stato anche una importante via di commercio del sale.
Scendendo sul versante francese si prosegue fino al sottostante Lac de Fenestre (2266 m).

La mulattiera compie diverse ampie svolte e arriva al minuscolo borgo di Madone de Fenestre (1908 m) dove si trovano il Refuge de la Madone de Fenestre e il piccolo Sanctuaire de la Madone de Fenestre.
Sul lato opposto al Refuge de la Madone de Fenestre, ha inizio il sentiero (Via Alpina, segnavia GR52) che scende lentamente tra prati, e oltrepassa un torrente su un ponte in legno.
Oltre il ponte, si svolta a sinistra, si attraversa una passerella in legno e, poco oltre, si imbocca il ramo di sinistra per il Pas du Mont Colomb. Si incomincia una ripida salita tra radi larici.

Si prosegue a destra, entrando nello sterminato Vallon du Mont Colomb. Lasciato a sinistra il piccolo Lac du Mont Colomb (2390 m), ci si inerpica su una morena tenendosi sulla destra.
Su traccia di sentiero si sale lungo il canale di terra e detriti fino allo stretto intaglio roccioso del Pas du Mont Colomb (2548 m).

Si entra nel Vallon de la Gordolasque.
La discesa sul versante opposto avviene lungo un canale roccioso ripidissimo.
Durante questa lunga ad impegnativa discesa si seguono i segnavia bianco-rossi della GR52.

Giunti nei pressi dello sbocco del vallone, si piega decisamente verso sinistra (nord-est) e si raggiunge finalmente il sentiero di accesso al Refuge de Nice proveniente dal Pont du Countet.
Si percorre l’ampio sentiero verso sinistra, incontrando quasi subito la diga che chiude il Lac de la Fous.

Una breve risalita, a sinistra della diga, porta sulle sponde del Lac de La Fous (2190 m).


Poco oltre, si giunge sulla sommità del dosso roccioso su cui sorge il Refuge de Nice (2232 m). E’ possibile mettere la propria tenda nei pressi del rifugio, seguendo il sentiero che, a destra del rifugio, porta ad un ampio ripiano erboso.

2) SECONDO GIORNO: REFUGE DE NICE (2232 m) – SAN GIACOMO ENTRACQUE (1250 m) : Refuge de Nice (2232 m), Monte Clapier (3045), Passo Pagarì (2819 m), Rifugio Pagarì (2627 m), San Giacomo Entracque (1250 m)
DISLIVELLO: +997 / -2010
DIFFICOLTA’: EE
TEMPO DI SALITA: circa 9 ore
PERIODO CONSIGLIATO: estate
TOPONIMO: Clapier: Il nome deriva dall’aspetto sfasciato che presenta dal versante più facile; il termine francese clapier significa infatti pietraia. Il nome in questo senso potrebbe derivare dalla radica indoeuropea cal (pietra, roccia, risalto roccioso), oppure dall’occitanoaclapeirà = ammucchiare pietre, a sua volta da pèira = pietra
Passo di Pagarì: il toponimo del passo prende il nome dall’impresario e finanziere Paganino dal Pozzo, detto appunto Pagarì. Nel 1453, dopo aver realizzato o ripristinato numerose vie di comunicazione tra il Nizzardo e la Contea di Savoia, per consentire il transito del sale, ottenne di poter realizzare a proprie spese – in cambio della riscossione delle gabelle – una via ancor più breve di quelle allora disponibili. Il tracciato previsto dall’imprenditore prevedeva l’attraversamento di un colle ad oltre 2800 metri di quota, colle che poi fu battezzato Pagarì in suo onore. Vari fattori ambientali, primo tra tutti l’espansione del Ghiacciaio della Maledia, fecero investire al Pagarì tutti i propri averi nella manutenzione della mulattiera, che per contratto doveva restare aperta per nove mesi l’anno nonostante la quota. Diversi anni dopo la morte, in miseria, delPagarì, e meno di un secolo dopo la sua costruzione, l’itinerario fu definitivamente abbandonato.
[La Guida del Parco Alpi Marittime, p.112] [-]
A monte del Lac de La Fous (2190 m) si prende il sentierino sulla destra orografica che sale al Passo di Pagarì.

Giunti ai laghetti du Mt. Clapier (2537 m) si svolta a destra e per tracce e ometti verso il Colle Ovest del Monte Clapier.

Poi sempre seguendo gli ometti risaliamo verso destra il versante nord-ovest del Clapier con qualche passaggio su roccia fino all’ultimo pendio detrico che si supera su tracce, si giunge infine sulla panoramica vetta.

Per la sua posizione topografica, è il tremila più meridionale delle Alpi.


Dal punto di vista geologico, la montagna è costituita da gneiss granitoidi biotitici, con affioramenti di agmatiti anfiboliche, appartenenti al massiccio cristallino dell’Argentera.
Il versante italiano del monte Clapier ha il ghiacciaio più meridionale delle Alpi, il ghiacciaio del Clapier. Esso si trova a 40 km in linea d’aria dal mare. Il ghiacciaio è normalmente visibile dal colle est del monte.
Dal Monte Clapier si ritorna ai laghetti del Clapier e si prende un sentierino che si inerpica a sinistra verso il Colle Pagarì.


Dal Passo di Pagarì (2820 m), si seguono le tacche rosse e bianche verso destra. Spettacolare è l’imponente cima Maledia che si staglia sulla sinistra.

Raggiunti ad un dosso roccioso a quota 2765 m, si scende seguendo le tracce, prima a sinistra e poi a destra, verso, l’ormai evidente, rifugio Pagarì.

Il rifugio Pagarì , è posto in un luogo appartato e selvaggio dell’alta valle Gesso. È situato su un piccolo promontorio roccioso, la cui superficie utile è stata aumentata con appositi muretti a secco; poco sotto scorre il torrente Pagarì. Il rifugio offre servizio di bar e ristoro; inoltre, offre anche servizio di posto telefonico pubblico. Dal 2007 il rifugio è stato dotato di un impianto per la produzione di birra artigianale, facendo del Pagarì “il birrificio più alto d’Europa”. Questo ci renderà la lunga discesa verso San Giacomo ancora più piacevole! 😉
Dal Rifugio Federici Marchesini al Pagarì (2627 m) si segue il sentiero che scende verso est. Si prosegue diritti, perdendo quota con numerosi tornanti. Si lascia a destra il bivio per il Lago Bianco dell’Agnel e si svolta a nord-ovest (sinistra), per scendere con ripidi traversi.

Poco oltre il sentiero spiana per un brevissimo tratto e doppia il Passo sottano del Muraion, riprendendo la discesa con una lunghissima serie di tornanti. In breve si perviene al Rio Pantacreus (che, in caso di piena, può essere attraversato sulla soprastante passerella in legno).

Il sentiero si trasforma in mulattiera e scende più dolcemente, si piega a destra e si attraversa il torrente su una lunga passerella in legno; la mulattiera prosegue poi verso nord e giunge nei pressi dei ruderi del Gias sottano del Vej del Bouc (1437 m).

Il gias è raggiunto da valle da una strada sterrata: la si percorre sempre verso nord, e si attraversa l’intero pianoro di Pra del Rasur tenendosi sulla destra idrografica del torrente.
Al termine del pianoro, si entra nel bosco. Si continua a scendere, alternando tornanti e brevi traversi, fino ad arrivare alle ex Palazzine Reali di Caccia, oggi colonie estive proprietà di enti religiosi (fontana).
Si segue la stradina asfaltata fino a raggiungere San Giacomo di Entracque (1209 m).
Wow Che giro Magnifico! Blog top…
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