“Un attimo di vera beatitudine! È forse poco per riempire tutta la vita di una persona?”
Fëdor Michajlovič Dostoevskij
NOTE TECNICHE
1) PRIMO GIORNO: VIVIERE (1713 m) – LAGHI DI ROBURENT (2430 m) (Viviere, Colletto, Bivacco Bonelli, colle del Villadel/ col du Boeuf, laghi di Roburent)
DISLIVELLO: 1666 m
DIFFICOLTA’: EE
TEMPO DI SALITA: circa 8 ore
PERIODO CONSIGLIATO: estate
TOPONIMO: Secondo Michelangelo Bruno, Oronaye, è un toponimo che rispecchia il senso di luogo roccioso elevato (radice prelatina *or), riscontrabile inoltre anche nel greco òros, montagna.
PERCORSO
Da Viviere lasciamo l’auto dove inizia il tratto sterrato sulla strada che sale a Prato Ciorliero.
Raggiungiamo in poco tempo la conca con la grangia Gorra (1914 m).

Seguendo la mulattiera che l’aggira a destra, entriamo nel lungo vallone di Enchiausa. Seguiamo le tacche rosso/blu del sentiero Cavallero.



Lungo la salita, passato un roccione, perveniamo a un bivio, seguiamo a destra il sentiero Cavallero che conduce al Colletto (2690 m).
Proseguiamo in direzione Nord-Ovest nel Vallonetto, avendo come riferimento l’evidente colletto individuabile per il caratteristico dente che lo divide. Raggiunta la testata del vallone, risaliamo il ripido canale al centro sulla verticale dello spuntone roccioso.

Dal Colletto scendiamo lungo un tratto ripido e franoso dirigendoci verso il vallone del Vallonasso di Visaisa.



La salita prosegue con svariati tornanti lungo la china di un accumulo detritico. Raggiunto un pianoro erboso, si percorre un’ultimo tratto fino alla conca del Lago d’Apzoi.

Il Lago d’Apzoi è un ampio specchio d’acqua. Su un dosso nei pressi del lago sorge il piccolo Bivacco Bonelli, costruito nel 1987, le cui chiavi possono essere ritirate a Ponte Maira.
Il lago giace sul fondo di un’ampia conca dalla forma irregolare, impostata su rocce calcareo-dolomitiche. È sovrastato a sud-ovest dall’Auto Vallonasso (2886 m) e a sud-est dal Monte Oronaye (3100 m); a nord declivi erbosi più dolci salgono verso il Colle delle Munie (2531 m) ospitando l’omonimo laghetto.
La conca che ospita il lago è stata originata principalmente da fenomeni glaciali, ma è poi stata ampliata e approfondita dal carsismo. Per via dell’elevata permeabilità del fondale, data dalla natura di queste rocce, il Lago d’Apsoi ha un livello acqueo estremamente variabile: ad agosto (a meno che l’estate non sia molto piovosa) di solito si presenta già dimezzato come estensione, e può capitare, in estati particolarmente siccitose, che il lago si riduca ad una piccola pozzanghera.


Il sentiero prosegue innalzandosi verso destra e raggiunge una grande prateria costellata da piccoli laghetti. Prendiamo a sinistra il sentiero per il Colle del Villadel.
In breve si arriva al panoramicissimo colle del Villadel (2631 m).

Dal valico è possibile salire facilmente sulla cima delle Manse (2727 m).
Noi proseguiamo verso il lago dell’ Oronaye e i laghi di Roburent.




Dal Col de Roburent, proseguiamo verso il lago superiore di Roburent (2428 m), dove sistemeremo la nostra tenda.


2) SECONDO GIORNO: LAGHI DI ROBURENT (2428 m) -VIVIERE (1713 m). (Monte Scaletta, Passo Peroni, bivacco Le Due Valli, Colletta Vittorio, Prato Ciorliero, Viviere)
DISLIVELLO: Differenza altimetrica 1111 Meter (1704 a 2815 Meter)
Ascesa totale 454 Meter
Discesa totale 1231 Meter
DIFFICOLTA’: EE
TEMPO DI SALITA: circa 7 ore
PERIODO CONSIGLIATO: estate
TOPONIMO: Secondo Michelangelo Bruno, Scaletta, localmente detta l’Eschaléto, è un toponimo provenzale che si pone in riferimento a un tipo particolare di sentieristica (a scalinata) su pendii ripidi e dirupanti.
Oggi saliremo sul monte Scaletta, massiccia montagna sulla cui cima panoramica, si trovano ancora i resti di una ex postazione militare risalente all’ultimo conflitto mondiale.
Dai laghi si seguono le indicazioni verso il Colle Scaletta.



A sinistra del Colle Scaletta, parte un percorso verso il monte Scaletta.
Ci inerpichiamo su un ripido terreno roccioso. Dopo poco troviamo subito il tunnel che ci conduce sul lato Val Maira.


Oltre il tunnel percorriamo un ripido canale.

Seguendo le tacche percorriamo gli ultimi metri che ci separano dalla vetta.


Il monte Scaletta ospita diverse opere del Vallo Alpino del Littorio, che aveva qui uno dei suoi capisaldi (caposaldo della Scaletta). In particolare, in vetta è presente un’opera sotterranea che aveva funzioni di osservatorio. L’opera è costituita da un ingresso, un corridoio ed un ampio stanzone, parzialmente crollato, da cui si diramavano tre tunnel. I due tunnel frontali portavano a due malloppi di osservazione, i cui resti sono ancora visibili nelle immediate vicinanze della vetta, mentre un terzo tunnel laterale portava ad una postazione per fotoelettrica. A poca distanza dalla vetta, sul lato della val Maira, è ancora visibile la stazione di arrivo della teleferica che garantiva il rifornimento all’osservatorio. Il sentiero di accesso dal colle della Scaletta attraversa un’ulteriore opera, che era costituita da uno stanzone centrale e da due postazioni per mitragliatrice, ospitate in malloppi esterni. Altri malloppi secondari erano presenti nei pressi del colle della Scaletta, nei cui pressi, dal lato della valle Stura, sorgeva anche una caserma della Guardia alla Frontiera, oggi ancora presente benché in parte inagibile. Tutte le opere furono rese inutilizzabili mediante demolizione con esplosivo in seguito alla sconfitta italiana nella seconda guerra mondiale.

Inizia qui la parte più spettacolare della gita e cioè il tratto in cui il SRC (Sentiero Roberto Cavallero) si snoda lungo l’articolata cresta sud spostandosi ora sul lato della valle Maira, ora su quello dello valle Stura.





In fondo, tra la Rocca e il Bric, si apre l’insellatura di Passo Peroni (m. 2578) che si raggiunge al termine di una ripidissima risalita.

Superato il Passo Peroni, l’itinerario piega a sinistra (ovest).
Alcune catene facilitano la discesa lungo un ripido e malagevole canalino terroso (nessuna difficoltà) che conduce alla sottostante Colletta Vittorio (m. 2522).

A quota 2270 si incontra la Caserma dell’Escalon
Dalla Caserma dell’Escalon, in breve tempo, si ritorna a Viviere.