VALLE MAIRA Tour del Brec de Chambeyron, Tête de la Frema (3142 m)

“Cosa non devo fare
per togliermi di torno
la mia nemica mente:
ostilità perenne
alla felice colpa di esser quel che sono,
il mio felice niente.”

Patrizia Cavalli (1947 – 2022), poeta italiana.

Meraviglioso percorso che si può fare in due giorni partendo dalla Valle Maira o da Fouillouse in Francia. Richiede in media 6 ore di camminata al giorno ma lo sforzo è ben ripagato dagli ambienti ampi e selvaggi tra la Val Maira e la Vallée de l’ Ubayette.

PERCORSO STRADALE 

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NOTE TECNICHE

1) DISLIVELLO CHIAPPERA – FOUILLOUSE: 1350 M circa

TEMPO DI SALITA: 5,30-6,30 ore

2) DISLIVELLO FOUILLOUSE – CHIAPPERA: 1110 m circa

TEMPO DI SALITA: 6-7 ore

DIFFICOLTA’: E/EE

PERIODO CONSIGLIATO: Estate

CARATTERISTICHE: Rocce costituite da dolomie e brecce dolomitiche (trias della zona Brianzonese). La cima della Tête de la Frema, è composta da rocce sedimentarie (marna del Cretaceo) coperte di sfasciumi.

TOPONIMO: Il toponimo di Chiappera (La Chiapero, occitano locale) deriva da una radice prelatina non attestata che indica una pietra piatta e allungata. In occitano clapiera indica cumuli di pietre ai lati dei prati, tolti per poter permettere l’aratura e la coltivazione, che fungevano anche da confine tra le proprietà : si è esteso a indicare l’insediamento sorto nelle vicinanze.Riguardo all’origine del toponimo Fouillouse, Michelangelo Bruno scrive: <<Il nome del luogo dal francese feuille-feuillage (dal latino folia) assume il significato di “luogo fronzuto, coperto di foglie”, in relazione al grande bosco omonimo>>. Infine, Tête de la Frema, da Frema che è un’italianizzazione del termine provenzale fremo, donna: l ‘origine del toponimo potrebbe essere legata a qualche fatto particolare, una disgrazia o una leggenda.

1° GIORNO

CHIAPPERA – FOUILLOUSE

DISLIVELLO: 1350 M circa

TEMPO DI SALITA: 5,30-6,30 ore

E’ un percorso lungo e vario: scavalcando tre colli si toccano quattro valloni diversi, sovrastati da ardite guglie e montagne imponenti.

Partenza da Chiappera. Si può lasciare la macchina nell’ampio parcheggio davanti all’agriturismo “La Provenzale”, ottimo punto d’appoggio. Si scende a piedi a ritroso, verso il cimitero, fino a imboccare in un tornante il sentierino con indicazioni per Colle del Sautron e sorgenti Pausa. Si attraversa un bellissimo lariceto e poi si segue la direzione verso un grande masso visibile dal basso che precede la sorgente Pausa (1920 m).

Usciti dal bosco si prosegue a destra e si risale un ampio prato fino a sbucare sulla rotabile ex militare proveniente dalle Sorgenti della Maira. Proseguendo verso destra si giunge alla Sorgente Pausa (1896m). Ora si segue lo stretto sentierino che ci immette nel Vallonasso del Sautron. Abbandonata la rotabile ormai in rovina, si prende a sinistra il sentierino per il Colle del Sautron.

Salendo fra i pascoli si giunge a un bivio, si lascia a sinistra l’itinerario per il Passo della Cavalla per proseguire a destra lungo il sentiero principale.

Il bivacco Danilo Sartore(2440 m)

Il bivacco Sartore è un gioiellino, sempre aperto, dotato di posti letto, coperte e tavolo; è presente anche l’acqua non lontano dal bivacco, ci sono le indicazioni.

Si continua trascurando alcune diramazioni che conducono a vecchie postazioni militari, si prosegue fino al Colle del Sautron (2687 m).

L’aspro   valico  è posto sullo  spartiacque   principale  della catena alpina, tra la Val Maira  e la   Vallée   del’ Ubayette.

Un tempo era percorso degli emigranti che si recavano in Francia alla ricerca di un lavoro stagionale: << Il Colle del Sautron – scrivevano Martelli e Vaccarone nel 1889 – è il più frequentato dai valligiani per recarsi in Francia, sia perché è il valico più’ diretto, sia perché è il più’ facile, malgrado al tormenta che spesso vi domina durante l’inverno sino a Maggio>>. (Guida alla Alpi occidentali Vol. 1). Il superamento dell’alto valico costò la vita a numerosi emigranti (sono state contate 34 vittime del colle “omicida” tra il 1842 e il 1901). In loro ricordo la comunità montana Valle Maira ha  posto presso il colle una lapide, dove, in occitano e in italiano, si legge: << Queste rocce ignude, queste pietre percosse dal vento e dalla tormenta, rinserrano un eco perduta. I passi, le voci dei nostri emigranti, uomini, donne, bambini che si recavano in Francia a cercare quel lavoro, quel pane che ad essi la terra nativa non dava>>.

Dal colle si scende lungo il versante francese di circa 150 metri e poi si prosegue a destra. Si raggiunge un sentierino che inerpicandosi su un pendio detritico, conduce al Col de la Portiolette (2692 m).

Scendendo verso nord-ovest, lungo un canalone di sfasciumi si arriva nell’ampia conca erbosa del Vallonet, circondata da imponenti montagne e slanciate guglie calcaree.

Qui si incontra il sentiero GR5, che si segue verso nord ovest, lasciando a sinistra il Lac du Vallonnet Inferieur (2432 m), che in estate avanzata  è spesso ridotto a pozza. Il sentiero attraversa una zona acquitrinosa, poi rimonta una valletta e, lasciando a destra il piccolo Lac du Vallonnet Supèrieur (2517 m), giunge all’ampia depressione del Col du Vallonnet (2524 m).

Dal valico si segue il sentiero della GR 5 che scende fra i pascoli sul lato destro idrografico del Riou de Fouillouse, fino a immettersi su una strada che conduce all’abitato di Fouillouse (1886 m).

A Fouillouse si trova una gite d’ étape presso Les Granges (1900 m)de Fouillouse.

Il rifugio è confortevole, è dotato di ampie camere e servizi.

2° GIORNO

FOUILLOUSE – CHIAPPERA

DISLIVELLO: 1110 m circa

TEMPO DI SALITA: 6-7 ore

Da Fouillouse si segue una mulattiera che sale verso nord-ovest per raggiungere un ampio dosso. Piegando a destra la mulattiera rimonta l’arrotondato costone della Souvagea, poi volge nuovamente a destra e taglia il versante sud della montagna. Si rimonta una valletta e si sbuca sul ripiano erboso dove sorge il Refuge du Chambeyron (2626 m).

Refuge du Chambeyron (2626 m)

Dal rifugio si segue il sentiero che risale l’ampio vallone detritico fra il Brec e l’ Aiguille de Chambeyron. Si lascia a sinistra il piccolo Lac Rond (2723 m), poi si costeggia lo stretto e incassato  Lac Long (2783 m).

Lac Long (2783 m)

Il sentiero piega verso destra passando poco a sud del lago Noir (2815 m )  e del minuscolo Lac de l ‘Etoile.  Fino ad arrivare al bellissimo Lac des Neuf Couleurs (2841 m).

Lac des Neuf Couleurs (2841 m)

E’ lo specchio d’acqua più  esteso della zona. Ha una forma simile a un cuore, con una lunghezza di 500 metri circa e una larghezza massima di oltre 400. Può presentarsi parzialmente ingombro di neve e ghiaccio anche a luglio inoltrato.

 Si sale in diagonale all’ampia depressione del Col de Gippiera (2948 m circa). Dal valico si svolta a destra lungo l’ evidente traccia che sale il crestone di pietrisco e frantumi a ovest della cima: poi, nella parte centrale si aggirano alcune roccette e si raggiunge facilmente la panoramica vetta della Tête de la Frema (3142 m).

dalla Tête de la Frema (3142 m) meraviglioso panorama verso Lago del
vallonasso di Stroppia e Brec de Chambeyron

Si vede anche il bivacco Barenghi vicino al lago del Vallonasso.

Si ritorna verso il colle de Gippiera e si scende un ripido sentiero che ci conduce fra le gigantesche pietraie del Vallonasso di Stroppia.

Giunte a un bivio, si abbandona il sentiero principale diretto al rifugio Stroppia, per prendere a sinistra la diramazione che sale in breve al bivacco Barenghi (2815 m). Nella conca pietrosa subito a nord del bivacco si estende il Lago del Vallonasso di Stroppia (2809 m).

E’ uno specchio d’acqua piuttosto ampio (superficie : 26.000 mq circa) di forma allungata. Gian Carlo Soldati scrive che <<subisce notevoli variazioni di livello a seconda delle stagioni, poiché l’acqua fuoriesce dal lago attraverso vie sotterranee>>.

Dal bivacco Barenghi si segue il Sentiero Icardi fino al bivio per la Forcellin, il colle della Portiola e il Col de Nubiera, si svolta verso sinistra verso il lago Niera (2302 m), Oltrepassato il lago Niera si prosegue il Vallonasso di Stoppia fino al Passo dell’ Asino (2302 m) per poi scendere ripidamente verso il rifugio di Stoppia.

Riguardo il Vallonasso di Stroppia, Carlo Felice Capello nota: <<Ovunque il fenomeno carsico è mirabilmente rivelato da corrosioni, fessurazioni, doline di ogni grandezza e forma (imbuto, conca, piatto), pietrose e per lo più irregolari con diametri variabili da pochi metri a più di 150, scarsa profondità (m 2-15). In alcune di esse stanno pozze perenni e laghi, il maggiore dei quali è quello del Vallonasso che giace in una dolina di fondo di circo. L’interesse maggiore di questa regione è dato da fessure e doline-pozzi idrovore entro le quali si inabissano le acque fluenti temporaneamente nei brevi tronchi di rivi>>.(Il fenomeno carsico in Piemonte).

Dal rifugio Stroppia si scende con stretti tornanti scavati nella roccia fino ad arrivare a un pendio ghiaioso e si svolta a destra per poi proseguire in direzione Chiappera.

 

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