VALLE STURA Anello delle borgate di Valloriate e l’Arbou ‘dla Moutta

“Poetry is prose bewitched, a music made of visual thoughts, the sound of an idea.”

Mina Loy (27 December 1882 – 25 September 1966)

Meraviglioso anello tra le borgate di Valloriate.

Il Censimento del 1951 riporta in tutto 41 borgate abitate a Valloriate. L’Atlante toponomastico del Piemonte montano, edito nel 2001, ne ricorda 42, oltre a un considerevole numero di casolari isolati (chabòt o semplicemente acò ’d) o di ruderi.

Le borgate si sono svuotate in un arco di tempo compreso fra il 1965 e il 1985, a una velocità impressionante. Restano molte borgate “dimenticate” e abbandonate, alcune anche di grandi dimensioni e di notevole valore storico e architettonico, in fase di rapido degrado quando non completamente o parzialmente crollate.

NOTE TECNICHE

DISLIVELLO: circa 400

DIFFICOLTA’: E

TEMPO DI SALITA: circa 3,5 ore

PERIODO CONSIGLIATO: autunno, estate, tarda primavera, inverno. 

CARATTERISTICHE : Un passato legato a doppio filo alla castanicultura, che per le genti di Valloriate ha rappresentato per tanti secoli la principale forma di sostentamento. E proprio per documentare l’importanza di questa pratica, oltre al legame fortissimo che ancora si mantiene tra le genti di Valaouria (come si dice in dialetto Occitano) e la “ghianda di Giove”, è sorto nel 2001 il piccolo Museo del Castagno.

TOPONIMO: Il toponimo Valloriate, che già compare in un documento del 1197, significherebbe “vallis aurea” cioè valle in cui erano sfruttate miniere d’oro. O si tratta forse di una derivazione dal gentilizio romano “Aurius”, allora il toponimo indicherebbe il “villaggio della valle di Aurio”. 

PERCORSO

cartina

Si parte dalla piazza del Municipio di Valloriate (795m) e si percorre a ritroso la strada asfaltata fino ad un cartello che indica “Gaiola, Roccasparvera, Borgo S. Dalmazzo.”

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Ci si immerge da subito nel silenzio del bosco.

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Troviamo subito dei ruderi di antiche abitazioni ormai “divorati” dalla vegetazione. Eppure, questi luoghi abbandonati, hanno un certo fascino, fanno pensare a storie, vicissitudini e al tempo che scorre inesorabilmente. 

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Proseguiamo il nostro cammino verso la Cappella di S. Bernardo.

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DSC08581Cappella di San Bernardo

La Cappella di San Bernardo è situata in posizione panoramica, ha un campanile slanciato e un ampio porticato con massicce colonne quadre da cui spuntano pietre irregolari. L’orditura del porticato è recente e in buono stato, la copertura è stata rifatta a lamiera preverniciata. La facciata è completamente affrescata con diversi riquadri.

51671853157_d4894c3af4_k (1)facciata della Cappella di San Bernardo

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Dalla Cappella di San Bernardo ci dirigiamo verso l’Arbou ‘dla Moutta, il secolare castagno che abita in questi boschi.

É un maestoso castagno di circa 500 anni, qualità “Gentile”, 7.50 mt di circonferenza alla base, alto 21 metri, con 18 metri di chioma.

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Non ci rimane che restare in ascolto. 

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Salire su questo castagno mi ha riempito di gioia. Abbiamo passato molto tempo vicino a questo gigante.

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Ci rimettiamo in cammino e proseguiamo verso la Cappella della Mutta. Il percorso è sempre ben segnalato.

DSC08630Borgata Mutta 

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DSC08634spiando dalla finestra della Cappella di Sant’Anna 

La Cappella di Sant’Anna risale al 1783, si trova vicino alla borgata inferiore della Mutta, il toponimo indica un mucchio di terra ammassato a formare una collina artificiale più o meno grande. 

Continuiamo il nostro percorso verso la borgata Chiotti Sottano.

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Siamo rimaste molto affascinate da questa borgata. Abbiamo trovato giornali e calendari datati fine anni settanta.

DSC08668particolari della borgata Chiotti Sottano

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DSC08691particolari della borgata Chiotti Sottano

DSC08698particolari della borgata Chiotti Sottano

Arriviamo fino alla borgata Chiotti Soprano per poi ritornare a Valloriate passando dalla borgata Prato.

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