«No!»
Rosa Parks, la donna che rifiutò di cedere il suo posto sull’autobus a un uomo bianco, dando vita alla protesta contro la segregazione nel sud degli Stati Uniti.Rosa Parks (Tuskegee, 4 febbraio 1913 – Detroit, 24 ottobre 2005)
Quarta tappa del GR20,
DISLIVELLO: +1220 circa, -1000
DIFFICOLTÀ: EE
TEMPO DI SALITA: 8,00 ore
PERIODO CONSIGLIATO: estate
FONTANE: Solo presso i rifugi.
RIFUGIO: Sì, affittano tende loro e possibilità di mettere la propria. Solo due bagni (turche) e due docce acqua fredda.
HOTEL: no
VENDITA ALIMENTARI: Sì. Preparano panini e altro.
RISTORANTE: no
TRENO: no
FARMACIA: no
RICARICARE MACCHINA FOTO/CELL.: sì
PERCORSO
Dal grande parcheggio della stazione sciistica di Ascu Stagnu (1422 m), si prosegue in direzione sud, ci sono dei pannelli che indicano il sentiero.
Il percorso procede in un bosco di pini larici, fino a giungere alla conca di Tribulacciu. Si oltrepassa una passerella (1488 m) in legno.

Il sentiero si innalza a est, nella parte destra dell’affluente del ruscello Tighjettu.
Il percorso è molto ripido, da affrontare in ottime condizioni climatiche.
Si arriva presto al colle di Bocca Borba (2140 m).

Da questo colle, il Monte Cinto e il suo lato nord sono già ben visibili. Mi riposo per poco tempo e proseguo verso la Pointe des Éboulis, il percorso attraversa una pietraia, si passa alla destra del lago d’argento in direzione sud, sud-ovest.

Da Pointe des Éboulis (2607 m), si può salire in un’ora e mezza andata e ritorno sul Monte Cinto (2706 m).
Il Monte Cinto merita certamente una deviazione. Questo giorno, come molti altri giorni sul Gr20, prometteva un forte temporale nel pomeriggio. Ho deciso comunque di tentare la cima. Il percorso non presenta difficoltà, ma è altamente sconsigliato in caso di pioggia perché si potrebbe scivolare facilmente.
Quel giorno ho trovato un amico di ascensione, Daniel, che diceva di esserci già stato ma di essere salito da Calasima in giornata.

Proseguiamo così la salita in tutta velocità mentre il cielo diventa sempre più scuro e livido. Riusciamo ad arrivare in vetta e a scattare velocemente qualche fotografia, ci sono ancora molte persone in cima e altre che stanno salendo.


L’emozione è tanta, il Monte Cinto lo avevo pensato a lungo e immaginato dalle mie vette in Piemonte.
Ci affrettiamo poi nella discesa, recuperiamo il nostro pesante zaino lasciato a Pointe des Éboulis (2607 m) , e proseguiamo verso Bocca Crucetta.

La cresta è bellissima e ci appare in una luce particolare e privilegiata, visto l’arrivo imminente del temporale, il Lago del Monte Cinto (2289 m).

Da Bocca Crucetta il sentiero prosegue sulla riva sinistra del ruscello Crucetta. Normalmente lo si attraversa e si prosegue sulla riva destra fino al rifugio Tighjettu (1683 m).
Proprio in questo momento arriva il fortissimo temporale. Inizia con una lieve pioggia che diventa a poco a poco più fitta, fino a diventare una grandine insistente e violenta. In poco tempo il sentiero è allagato, incontro molte persone in difficoltà, sembra non sia più possibile proseguire e i fulmini, che riusciamo solo a udire perché tutto con la fitta grandine diventa confuso e caotico, incutono un certo timore.
Un signore indica agli altri di fermarsi a terra su un ripiano erboso ad aspettare che finisca la violenta raffica. Così facciamo tutti e ci ritroviamo ben presto bagnati e infreddoliti ma finisce anche quel tremendo e lunghissimo momento. Ci affrettiamo ancora verso il rifugio, pieno di persone che, come noi, hanno preso grandine e pioggia.
Questa notte decido di passarla nel rifugio pensando ad un posto caldo. Il rifugio è molto bello e il gestore è simpatico, parla italiano e prepara ottimi spaghetti al sugo di pomodoro. Le camere sono belle e pulite ma, purtroppo, mi tocca dormire vicino a due “ronfleur” che russeranno con grande impeto per tutta la notte.