…Invece, sto solo tentando la lotta | per dare alla mia vita… | che so, un gusto di pesca | e un suono umano, | come si ode spesso per strada.
Piera Oppezzo
Bellissima cresta che si snoda tra Il Monte Crosetta e il Monte Tibert. Quest’ultimo è il punto più elevato dello spartiacque tra Valle Maira e valle Grana. Le vette offrono un’ottima vista panoramica sia sulle valli circostanti che sulla pianura cuneese, con un notevole colpo d’occhio sul Monviso.
NOTE TECNICHE
DISLIVELLO: +870 m circa
DIFFICOLTÀ: E
TEMPO DI SALITA: 3,00 ore
PERIODO CONSIGLIATO: autunno, inverno, estate, primavera
CARATTERISTICHE: La situazione geologica è abbastanza complessa. Dalla vetta del monte Tibert, in direzione ovest si trovano dapprima quarziti conglomeratiche del verrucano alpino, poi scisti quarzoso-sericitici e rioliti; entrambe queste formazioni risalgono al Permiano. Ad est della vetta si trovano di nuovo scisti quarzitici e quarziti, ma di epoca più recente (Triassico), e più a ovest ancora si incontrano i calcari misti del complesso dei calcescisti ofiolitiferi (pietre verdi di Gastaldi).
TOPONIMO: Il toponimo Monte Crosetta è menzionato nel volume Monte Viso della collana Guida ai monti d’Italia, dove Michelangelo Bruno fa derivare i toponimi cros, crosetta, creusa da “crosus”, con il significato di roccia, masso o anche di solco vallivo molto inciso.
Tuttavia, il nome del monte potrebbe derivare da un’usanza degli abitanti di Celle di Macra: recandosi al Santuario, i pellegrini portavano con loro delle piccole croci in legno che venivano poi infisse nel terreno in corrispondenza del Passo Crosetta. Le croci sono tutt’oggi presenti, e da esse probabilmente derivano i toponimi Monte Crocette e Passo delle Crocette, che vanno comparendo sulle guide e carte più recenti.
L’etimologia del nome Tibert non è certa. Il termine, sembra unire una radice prelatina tib, con significato di pietra, roccia, al nome di persona germanico Bert.
PERCORSO
Si parte a monte del Santuario di Castelmagno e si seguono i segnavia che indicano il Monte Crosetta (o Crocette). Il sentiero risale il bellissimo pendio prativo fiorito fino al Colle delle Crocette.



Arrivate al Colle delle Crocette, si continua la dorsale verso destra fino a giungere sulla Cima del Monte Crosetta (2195 m).

Proseguendo di qui si potrebbe andare alla grotta di ghiaccio, o alle Basse di Narbona.
Inizialmente avevamo pensato alla Grotta del Ghiaccio o Pertus d’la Petarassa, cavità naturale in cui tutto l’anno è possibile osservare stalattiti e stalagmiti di ghiaccio; ma c’è ancora molta neve e il sentiero scende ripido. Decidiamo così per continuare la dorsale verso il Monte Tibert.

Si segue la cresta su sentiero a tratti pietroso e tecnico (ma comunque mai difficile).

Individuiamo la borgata Narbona da lontano (meta della nostra prossima escursione). All’inizio del XX secolo Narbona ha visto il suo massimo sviluppo economico, arrivando a contare 120 abitanti e disponendo, negli anni compresi tra il 1926 e il 1957, perfino di una scuola. Tra gli altri edifici della borgata, vanno menzionati anche il forno comunitario e la Cappella della Madonna della Neve, restaurata per l’ultima volta a metà del XVIII secolo.
La chiusura della scuola ha coinciso con l’inizio dell’abbandono della borgata. Quasi l’intera borgata versa ormai in condizioni di avanzato degrado e, per visitarla, è necessario muoversi non senza rischi tra le macerie delle abitazioni.
Proseguiamo la nostra bellissima dorsale, tra neve e rocce, godendo di un paesaggio magnifico.



Alterniamo ciaspole a tratti senza neve. Poco prima della cima, la aggiro verso sinistra per salire su facili sfasciumi, evitando così la neve.


Il panorama è notevole e ampio: Alpi Liguri, Marittime e Cozie. Questo periodo dell’anno, dove ancora molte cime sono imbiancate, offre scorci particolarmente belli e suggestivi.
Il monte Tibert è anche un ottimo punto d’osservazione per la vicina Punta Tempesta (2679 m).
