Nella splendida cornice delle montagne coriesi, là dove il sentiero che sale da Pian Frigerole raggiunge il colle della Croce di Intror, che per secoli lungi dall’essere un confine o un limite geografico rappresentò invece l’orizzonte d’incontro delle genti alpine di Locana e Corio, si è svolto il primo “Gemellaggio nella memoria di antiche genti alle pendici del monte Angiolino”.
In questa occasione ritorno felicemente nelle valli dove sono cresciuta, Le Valli di Lanzo.
Le Valli di Lanzo attraversano il cuore della catena alpina, si trovano a Nord-Ovest di Torino e si dividono in quattro vallate: Valle di Viù a sud, la Val d’Ala nel centro, la Val Grande a nord e la Valle Tesso e Malone nella Bassa Valle.
Gemellaggio nella memoria di antiche genti alle pendici del monte Angiolino (dall’articolo di Cristiano Cravero del 21 giugno 2018)
Per capire questa storia bisogna fare un salto indietro nel tempo, nei secoli scorsi infatti furono numerosi i matrimoni tra le donne di Locana e i giovani uomini di Corio e Coassolo, complice la dura vita di margari nei numerosi alpeggi, oggi spesso diroccati, sparsi sui versanti del monte Angiolino. Al colle della Croce di Intror domenica scorsa si è celebrata la rievocazione storica, culturale e folkloristica dell’unione delle comunità alpine in passato legate da vincoli profondi.
Tutti i partecipanti sono stati protagonisti di questo grandissimo evento. Da una parte lo “sposo” coriese, Paolo Ferrando, ha raggiunto il colle accompagnato dai suoi amici di vita, primo fra tutti Marco Grivet Brancot, ideatore dell’iniziativa, gli amici dell’Associazione Sentieri Alta Val Malone e gli amici dell’ANA di Corio. Dall’altra parte la “sposa” locanese, Laura Airale, partita dalla frazione Balmella di Locana, arrivata puntualissima al colle, accompagnata dai suoi amici e testimoni, dalla mamma e dalla zia Marilena Gaspardino, anima del Comitato Amici dei presepi di Chironio. Erano presenti anche l’assessore comunale Mauro Noascone di Locana e il vice sindaco di Corio Franco Arrigo.
Un incontro sancito dallo scambio simbolico di doni e promesse, il tutto in una cornice magica e piena di musica. Il rifugio Peretti-Griva D.R, nella figura di Marco Picca Piccon dell’associazione La Ciuenda di Cudine e dei suoi amici, ha ospitato i presenti in un’atmosfera unica di festa, canti e balli. Ora la speranza è quella di ripetere il gemellaggio negli anni a venire e l’invito per chiunque ami le nostre montagne è quello di percorrere gli antichi sentieri oggi ripristinati.
NOTE TECNICHE
DISLIVELLO: circa 850 m
DIFFICOLTA’: E
TEMPO DI SALITA: 2,30 ore
PERIODO CONSIGLIATO: primavera, autunno, inverno, estate
CARATTERISTICHE: Nelle Valli di Lanzo le rocce della Zona piemontese (ZP) costituiscono la parte medio-alta della Val di Viù, quasi interamente la Val d’Ala e un settore mediano della Val Grande.
Si riconoscono in particolare: serpentiniti, derivanti dal metamorfismo delle rocce ultrabasiche (peridotiti) del mantello superiore; metabasiti (metagabbri e prasiniti) derivati metamorfici delle rocce basiche (gabbri e basalti) che sono i tipici costituenti della crosta oceanica; calcescisti, trasformazione metamorfica dei sedimenti calcarei che ricoprivano i fondali marini.
TOPONIMO: Vi sono ipotesi più o meno accreditate sull’origine del nome quali: curia (che significherebbe corte od aia, quale nucleo di un agglomerato piu’ grande), corigo (per la disposizione a forma cuore delle borgate), o da cor (radice indoeuropea che vorrebbe indicare roccia od altezza). Si può presumere da alcuni toponimi che Corio fosse già abitata prima della colonizzazione romana. I reperti, ora conservati nel Museo di Ivrea e la struttura urbanistica, mostrano la presenza di popolazioni romane in loco. Il primo documento di Corio risale al secolo XI, anno di fondazione del Monastero di suore benedettine a Busano. Corio insieme a Rocca Canavese, a cui le vicende storiche la legarono per molto tempo, fu governato da più signori, dai Conti del Canavese, dai Valperga, dai Marchesi del Monferrato, dai Castellamonte, dai Biandrate, dai principi d’Acaja e da Casa Savoia e rimanendo sotto il dominio di quest’ultima Corio subì le vicissitudini del Piemonte e della Dinastia Sabauda.
PERCORSO
Dal bivio a monte di Corio svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per Ritornato e risalire la stretta carrozzabile superando le numerose borgate sparse: a Ritornato, a destra, si nota un albergo. Superato anche questo abitato seguire la carrozzabile fino a Case Picat dove in un piccolo piazzale si lascia l’auto.


Imboccare una stradina che sale a sinistra per Pian Frigerole-Angiolino, segnalata da un cartello in legno.

Superate diverse case si giunge ad una fontana da dove si piega a sinistra e subito dopo, ad un bivio dove c’è un altro cartello indicatore, prendere la traccia di sinistra, entrando così in un bellissimo bosco di faggi.



Si sbuca in breve su una radura dove bisogna piegare a sinistra per raggiungere un alpeggio.


Proseguire con marcia dapprima pianeggiante iniziando poi a salire verso destra per raggiungere un secondo gruppo di costruzioni. Di lì piegare decisamente a destra costeggiando un boschetto di betulle e, dopo averlo superato, andare ancora a destra per compiere un lungo diagonale ascendente che consente di superare un costone e raggiungere così l’Alpe Fontanile (1509 m).


Svoltare a destra e, con un comodo sentiero, raggiungere I Cugnoli per poi raggiungere la cresta spartiacque con il Vallone del Tessuolo nei pressi di una grossa croce di legno (punto panoramico), poco prima del dell’Alpe Frigerole (1791 m), che si raggiunge con un sentiero praticamente pianeggiante.


Da lì, sempre su sentiero praticamente in piano, rapidamente si raggiunge il rifugio Peretti Griva.






