« Amü, me bell’amü,
a sfortûn-a a l’è ‘n grifun
ch’u gia ‘ngiu ä testa du belinun.
Amü, me bell’amü,
a sfortûn-a a l’è ‘n belin
ch’ù xeua ‘ngiu au cû ciû vixin. »
(Amore, mio bell’amore, la sfortuna è un avvoltoio, che gira intorno alla testa dell’imbecille.
Amore, mio bell’amore, la sfortuna è un pisello che vola intorno al sedere più vicino).
Fabrizio De André
Il monte Beigua (monte Beigua o monte Beigoa in ligure) è un rilievo montuoso dell’Appennino ligure alto 1287 m, che sorge sullo spartiacque ligure-padano. È la cima più alta del cosiddetto “gruppo del Beigua”, di cui fanno parte i vicini monte Grosso (1265 m), monte Ermetta (1267 m), il bric Veciri (1264 m), il monte Avzè (1022 m). La vetta si trova al confine tra il territorio comunale di Varazze e quello di Sassello. Il monte Beigua è attraversato da numerosi sentieri, il più importante dei quali è l’Alta via dei Monti Liguri.
Sul punto più alto sorge il santuario di Nostra Signora Regina Pacis, una piccola chiesa facente parte della diocesi di Acqui. La parte sommitale del monte ospita diversi impianti di trasmissione radiotelevisiva della RAI e di altre emittenti private, che permettono l’irradiazione del segnale in parte della pianura padana, dell’entroterra Savonese e della Corsica settentrionale. Data la vicinanza alla costa ligure (circa 7 km in linea d’aria) la zona del monte Beigua è soggetta a fenomeni atmosferici (nebbie, temporali e nevicate) spesso improvvisi e di intensità notevole. Dalla sua cima tondeggiante è possibile osservare, in condizioni di cielo sereno, le due riviere liguri di ponente e di levante, l’arco alpino dalle Alpi Liguri alle Pennine, la pianura padana occidentale, l’Appennino ligure e tosco-emiliano, le Alpi Apuane e la Corsica.
NOTE TECNICHE
DISLIVELLO: circa 950 m
DIFFICOLTA’: E
TEMPO DI SALITA: 3,00 ore
PERIODO CONSIGLIATO: inverno, primavera, autunno
CARATTERISTICHE: Dal novembre 2015 anche il comprensorio del Beigua, riconosciuto con la denominazione BEIGUA UNESCO Global Geopark, è inserito nella prestigiosa lista dei geoparchi internazionali.
Il comprensorio del Geoparco presenta un ricco e variegato patrimonio geologico, si tratta di geositi che consentono di apprezzare diverse tipologie di rocce, forme e processi di notevole valore scientifico. L’area è caratterizzata da una grande estensione di ofioliti (rocce verdi) con impronta metamorfica alpina che rappresentano un frammento di un originario bacino oceanico giurassico (originatosi quindi circa 160 milioni di anni fa), raramente affiorante in maniera così diffusa nelle Alpi ed in Europa. Di grande fascino gli spettacolari canyon modellati nella formazione conglomeratica della Valle Gargassa (nel Comune di Rossiglione) o la ricca flora fossile, costituita da piante superiori terrestri sotto forma di tronchi e numerosissime foglie, nell’area paleontologica di Stella Santa Giustina. Altrettanto strabiliante è la barriera corallina fossile presente in località Ponte Prina – La Maddalena (in Comune di Sassello) caratterizzata da vistose colonie coralline impostate direttamente sul substrato ofiolitico o le curiose sferoidi di lherzolite (una roccia intrusiva di colore verde scuro) in località Lago dei Gulli (sempre in Comune di Sassello).
TOPONIMO: Si ritiene che il Beigua fosse un monte sacro per gli antichi Liguri, al pari del quasi omonimo monte Bego, nelle Alpi Marittime. I due nomi deriverebbero infatti da Baigus, un’antica divinità adorata dalle popolazioni alpine. Sulla sua sommità è stata ritrovata una testa di ariete sbozzata in arenaria; a tal proposito è interessante che la parola “belin”(tipico intercalare ligure) è inserita tra le parole “francesi antiche” con il sinonimo di bélier, che significa ariete, maschio di ovino non castrato utilizzato per la riproduzione.
Altra teorizzazione è che il “BE” sia stato assimilato direttamente, sia dai Celti sia dai Liguri, dall’incontro con le popolazioni mediorientali, ed in particolare con i Fenici, attraverso il Mediterraneo. In accadico si trova, infatti, Belcon il significato di “Signore”, nome comune fenicio del babilonese Marduk, e innu che significa nostro: Bel innu è dunque letteralmente “Nostro Signore”, probabilmente incrociato con bêl bêlim “Signore dei Signori”.
PERCORSO

Si parte da Sassello (390 m), raggiungibile tramite autostrada A1O, uscita Albissola, segue SS. 334 per Colle del Giovo e Sassello, oppure in corriera linee ACTS, da Savona e Varazze per Sassello, ARFEA da Acqui Terme per Sassello.
Dal centro di Sassello si va in Piazza Concezione (Piazza del Municipio) e si prosegue per via Umbero I, dopodiché si seguono le indicazioni per il Beigua.
Si prendono come riferimento i segnavia “gialli” e in poco tempo si giunge al caratteristico ponte di S. Sebastiano, con il quale si attraversa il Rio Sbruggia.
segnavia “gialli” per il Beigua
Dopo le ultime abitazioni, il percorso si snoda in una bella faggeta, alternando tratti ripidi a brevi tratti in piano fino alla Casa Galante.
Da qui si prende a sinistra un’ampia carrareccia che superati alcuni bivi si immette poi su altra strada sterrata. Si prosegue su quest’ultima a destra e ignorate alcune piste forestali laterali, si arriva ad un trivio.
Si prosegue dritti e dopo lungo procedere a saliscendi si arriva al Colle Bergnon (832m-2h/2h,15 da Sassello), un area attorniata da grossi faggi centenari con tavolo per pic-nic.
Colle Bergnon
Lasciata a sinistra la diramazione per il Monte Avzè, la strada prosegue scendendo nell’alveo del rio Bissaio, lo attraversa e quindi sale ripida sino ai resti della isolata Casa Bandita (905 m).
Si continua ancora sulla stradina che dopo breve discesa sale nuovamente per raggiungere la costiera del Giancardo, dove transita l’AVML proveniente dal Giovo e diretta al Monte Beigua (1287 m).
segnali dell’ AVML (alta via dei monti liguri)
finalmente il mare
impianti di trasmissione radiotelevisiva della RAI e di altre emittenti private sul Beigua (1287 m)