…Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,
Io per il tuo dolce mistero
Io per il tuo divenir taciturno.
…….
Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
E l’immobilità dei firmamenti
E i gonfii rivi che vanno piangenti
E l’ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.
Dino Campana – Canti orfici (1913)
Meravigliosa ciaspolata notturna in un parco interamente segnalato e attrezzato con pannelli di divulgazione naturalistica. Si giunge ad un osservatorio faunistico in località Gias Sottano Cavarere, per l’osservazione di cervi e caprioli. Il recinto, costruito dall’Ente nel 1990 per favorire l’acclimatazione dei cervi reintrodotti, ha una superficie di circa quattro ettari ed è dotato di un’altana per l’osservazione.
NOTE TECNICHE
DISLIVELLO: circa 300
DIFFICOLTA’: T
TEMPO DI SALITA: 2 ore
PERIODO CONSIGLIATO: autunno, inverno, primavera, estate
CARATTERISTICHE: A livello faunistico, il Parco del Marguareis ospita camosci, caprioli, cervi, cinghiali. Assai ricca e diversificata è l’avifauna alpina, con il gallo forcello e il picchio nero o rapaci come l’aquila (2coppie nidificanti), il gufo reale, la civetta capogrosso, la civetta nana, l’astore e il biancone. Sul territorio si trovano anche alcune specie di origine artica, i cosiddetti “relitti glaciali” come la lepre variabile, l’ermellino e la pernice bianca. A metà circa degli anni Novanta, dopo quasi un secolo di assenza, il lupo è tornato naturalmente su queste montagne in espansione dall’Appennino, apportando numerosi cambiamenti nell’ecosistema e frenando la crescita sproporzionata degli ungulati.
TOPONIMO: Il toponimo Pian delle Gorre potrebbe far riferimento alla presenza, nella radura, di piante di salice: gura (o gora) è infatti il nome dialettale di queste piante.
PERCORSO

Da Chiusa Pesio si risale la Valle Pesio fino alla Certosa, dove è presente un ampio posteggio per le auto.
La Certosa di Santa Maria
Fondata nel 1173, la Certosa di Santa Maria, meglio nota come Certosa di Pesio, fu la terza costruita in Italia. In origine assai modesta, si è ingrandita nel corso degli anni, subendo gli ampliamenti maggiori tra il XVI e XVII secolo 112398. La certosa, che conobbe periodi di alterne fortune, subì un colpo definitivo nel 1802 con la soppressione degli ordini monastici da parte di Napoleone, quando venne spogliata di gran parte dei suoi beni e possedimenti. Negli anni successivi, i molti passaggi di mano videro la certosa trasformarsi anche in stabilimento idroterapico 6, fino a che, nel 1934, i Padri Missionari della Consolata ne iniziarono a curare la rinascita. Oggi la certosa è aperta e visitabile.
[La Guida del Parco Alta Valle Pesio e Tanaro, pp.123-134]
Si parte dal piazzale della Certosa di Pesio e si sale lungo il vallone di S. Bruno, intitolato al fondatore dell’ordine Certosino. Dopo 200 metri si svolta a destra sul ponte e si prosegue sul sentiero che conduce nel bosco di castagno.
Da qui si costeggia il Pesio sotto le intricate chiome di faggi secolari e si raggiunge l’area attrezzata Ardua, dove vi è il casotto di sorveglianza dei guardiaparco.
casa guardiaparco
A questo punto, si prosegue lungo la pista battuta in direzione Osservatorio Faunistico oltre il ponte sul Pesio.
Dopo circa 1 chilometro e 800 metri, si giunge ad un bivio, qui, svoltando a destra, in circa 20 minuti, si raggiunge l’Osservatorio Faunistico, un ampio recinto utilizzato per la reintroduzione del cervo.
osservatorio faunistico
Livio suggerisce: “questa montagna si chiama Bric Bassa del Carbone. La base lunga della parete è attraversata da un aereo sentierino che sbuca sul passo del Baban. A quel punto se si gira a sinistra, c’è il passo del Duca, mentre, se si va a destra, c’è il passo del Carbone e proseguendo si raggiunge il colle Vaccarile. Volendo, se si hanno ancora gambe e fiato, si possono raggiungere Bric Costa Rossa e Besimauda”.
punta Bartivolera (1957 m)
animali notturni
Wanda sulla via del ritorno