VALLE ROYA Monte Saccarello (2200 m)

 “E creste spartu e aigue et argiugnu e gente”

(Le montagne dividono le acque e uniscono i popoli)

Il monte Saccarello (munte Sciacarée in brigasco, mont Saccarel in francese) è la vetta più elevata della Liguria.

Dal versante francese il percorso risulta più vario e panoramico. La partenza è dal santuario di Notre -Dame des Fontaines (Nostra Signora del Fontan) che sorge sopra la Brigue (Briga), tra i boschi del Vallon de la Madone, nei pressi della confluenza con il Vallon de Bens. Conserva all’interno un ciclo di affreschi di notevole bellezza, tra i più interessanti e meglio conservati delle Alpi. Gli affreschi sono opera di due pittori piemontesi, Giovanni Baleison di Demonte e Giovanni Canavesio di Pinerolo.

Il Canavesio completò nel 1492, stessa data della scoperta dell’America, una grandiosa opera raffigurante 53 scene della passione di Cristo. Il capolavoro è il vasto affresco raffigurante il “Giudizio Universale”, che ha valso il soprannome di “Cappella Sistina delle Alpi”.

NOTE TECNICHE

DISLIVELLO: circa 1334

DIFFICOLTA’: E

TEMPO DI SALITA: 5 ore

PERIODO CONSIGLIATO: Estate, autunno

CARATTERISTICHE: massiccio alpino, costituito in prevalenza da substrati calcarei flyschoidi (Unità di Sanremo), che si caratterizza per le morfologie relativamente poco aspre.

TOPONIMO: il toponimo “saccarello” deriva dal latino saccharum, cioè “zucchero”. Esso si riferirebbe alla forma a pan di zucchero della montagna.

PERCORSO

Superato il Colle di Tenda si scende in Valle Roya fino a Saint Dalmas de Ténde. Qui si prende a sinistra la diramazione per la Brigue. Si prosegue a destra, lungo la bella strada asfaltata che raggiunge, in circa 4 km, la Brigue. Si parcheggia davanti al santuario di Notre-Dame des Fontaines, sicuramente merita una visita, unica pecca apre alle 10! Io e Mattia l’abbiamo visitata lo stesso, la volta precedente avevo sbirciato per qualche minuto gli affreschi e ne ero rimasta estasiata.

 particolari degli affreschi del santuario di Notre-Dame des Fontaines

Dal piazzale antistante il piccolo santuario di Notre-Dame des Fontaines si prende un sentierino che costeggia il muro di cinta. Si prosegue lungo la mulattiera che prende a risalire, con lunga serie di ripidi tornanti, il costone sulla destra idrografica del Vallon de la Madone. 

 

Poi si entra nel bosco misto di castagni e conifere.

 

 

 

Dopo qualche tornante si arriva alla cascade des Fraches, si prosegue nel bosco fino ad attraversare uno splendido lariceto. Con un ultimo lungo traversone in una fitta abetaia, si esce sul crinale all’altezza del Passo di Collardente (1599 m).

Il Passo di Collardente si apre sullo spartiacque Roya-Argentina, fra il Monte Saccarello ed il più modesto Monte Collardente. Attraverso questo valico transitava una mulattiera molto frequentata in passato, che permetteva il collegamento fra Briga (fino al 1947 territorio italiano) e le sue antiche frazioni Realdo e Verdeggia. Il toponimo Passo di Collardente, un’ evidente tautologia che ha sostituito l’originario Colla Ardente, si riferisce alla furiosa battaglia che qui si svolse il 27 Aprile 1794: con il valico ancora innevato, l’esercito austro-sardo non riuscì ad opporsi alle truppe francesi rivoluzionarie comandate dal generale Massena, che potevano divallare a briga ed attaccare alle spalle la posizione fortificata di Sorge, baluardo piemontese a difesa della Valle Roya.

Sul Passo di Collardente, io e Mattia, incontriamo due personaggi singolari : Hans e Thomas, due svizzeri innamorati delle nostre valli. E’ raro ed è un “destino”, come dice Hans, incontrarsi così per caso in cima alle vette. Abbiamo parlato a lungo di cinema e di Thomas Mann. Hans ci ha raccontato un aneddoto simpatico che ritraeva il grande scrittore, in tarda età, intento a rimproverare dei bambini, tra cui lo stesso Hans, per aver lanciato delle palle di neve contro la finestra del suo studio. Il momento culminò con uno scatto che ci fece Hans con la sua Leica M3.

 Io, Mattia e Thomas immortalati dalla Leica M3 di Hans

Dopo ci incamminammo, con un leggero ritardo verso il nostro Saccarello.

Qui s’incontra l’Alta via dei Monti Liguri, lunghissimo itinerario escursionistico che percorre tutto l’arco montuoso della Liguria.

Dal passo si segue la strada verso sinistra, prima in piano, poi innalzandosi in un paio di tornanti. Ad un certo punto si segue una mulattiera che taglia decisamente sulla destra, abbandonando la strada principale. Il sentiero attraversa in salita il fianco occidentale della montagna. Dopo una lunga salita, sotto le rocce, il sentiero traversa a sinistra.

 l’alta via dei monti liguri

Aggirata una barra rocciosa, si acavalca un colletto e si raggiungono i ripidissimi pendii del versante nord-ovest del Saccarello.

cresta che culmina con la cima Missun (2356 m)

Con un paio di tornanti il sentiero sbuca sullo spartiacque fra le valli Roya e Tanaro, presso la sella erbosa Passo del Saccarello (2145 m).Salendo a destra lungo il crinale erboso si raggiunge la rotabile ex militare proveniente da Monesi.

 nebbia verso il Saccarello che rende l’arrivo ancora più suggestivo

 

 tra le nebbie l’imponente statua del redentore

 poco prima dellca cima Saccarello giocando tra i ruderi

 

 ancora la statua del Redentore in lontananza

Si segue con un breve tratto la strada in leggera salita, quindi si prende a destra una traccia che conduce in breve in cima al Monte Saccarello (2200 m).

 la danza dell’arrivo sulla cima Saccarello (2200 m)

 panorama dal Saccarello: da sinistra Cima Missun, Marguareis, Ballaur e Saline

Sull’ arrotondata sommità sorge un cippo alto quattro metri, posto a ricordo di una valanga che travolse alcuni alpinisti nel 1890.

Sulla spianata a sud della cima sono ancora visibili resti di bunker risalenti agli anni Quaranta del secolo scorso.

La vetta offre un panorama estesissimo in tutte le direzioni: dalla Corsica alla Rocca dell’Abisso.

bunker risalenti agli anni Quaranta

 “E creste spartu e aigue et argiugnu e gente” (Le montagne dividono le acque e uniscono i popoli)

Poco più avanti si raggiunge anche la Statua del Redentore (2164 m) affacciata a precipizio sull’alta Valle Argentina. Si tratta di una statua in ghisa alta 5,6 metri, posta su un piedistallo alto a sua volta 8,4 metri. Fu eretta tra il 1901 e il 1902 nell’ambito di un progetto che prevedeva l’edificazione di opere monumentali sulle vette più alte di ogni regione d’Italia.

Statua del Redentore (2164 m)

 tramonto al ritorno

 

 

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