Il capriolo, timido abitante dei boschi, dall’indole schiva, tutte le sere, come a rinnovare un rito, esce dalla vegetazione per brucare l’erba e mangiare i germogli. La gola, le parti ventrali e la regione perianale, detta specchio anale, sono bianche. La coda è cortissima e non emerge dal pelo: nella femmina c’è un ciuffo di peli color crema che ricopre l’apparato genitale, chiamato “falsa coda”. Il maschio possiede piccoli palchi con tre punte; questi cadono ogni anno, da ottobre a dicembre, e ricrescono alla fine dell’inverno. I palchi sono costituiti da tessuto osseo. Un capriolo è lungo 90-130 cm, alla spalla è alto 55-77 cm. Pesa tra i 10 e i 27 kg.
Il verso tipico del cerbiatto è l’abbaio, simile a quello di un cane, anche se più roco, che viene ripetuto più volte di seguito e rientra probabilmente nei segnali di allarme. La sua impronta si distingue da quella del cervo e del camoscio per forma e dimensione. Gli zoccoli sono piuttosto appuntiti e sottili. Il senso dell’udito e dell’odorato sono particolarmente sviluppati. Nel periodo che va da maggio a giugno, le femmine partoriscono uno o due cerbiatti e la gestazione dura circa 9 mesi e mezzo. Il periodo degli amori va da metà luglio a fine agosto e il corteggiamento è costituito da una serie di inseguimenti da parte del maschio nei confronti della femmina.
A differenza del camoscio, il cucciolo di capriolo non segue la madre, ma rimane nascosto nell’erba, dove, più volte nell’arco della giornata, viene raggiunto dalla madre per l’allattamento. Questo è la causa di un’elevata mortalità perché vengono raggiunti più facilmente dai suoi predatori, quali l’aquila e la volpe.